mind-the-clap-logo-piccolomind-the-clap-logo-piccolomindtheclap-logo-mobilemindtheclap-logo-mobile
    • HOME
    • VIENI
      • Spettacoli 2020/2021
      • Spettacoli #GaisApproved 2019/2020
      • Spettacoli #GaisApproved 2018/2019
      • Focus – Drammaturgia Contemporanea
    • SCOPRI
      • Stagione 2020/2021
      • Stagione 2019/2020
      • Stagione 2018/2019
        • Recensioni
        • Interviste
        • Playlists
      • Stagione 2017/2018
      • Teatri e dintorni
        • Corte
        • Duse
        • Modena
        • Mercato
    • VIVI
      • Gais – Chi siamo
      • Gais Advisor
      • IVO – Un teatro da PalcOons

      Easy to remember: che cosa ne pensi, Marina?

      • Home
      • VIENI a vedere gli spettacoli #gaisapproved Spettacoli #GaisApproved 2018/2019
      • Easy to remember: che cosa ne pensi, Marina?
      Un anno da GAIS!
      28 Febbraio 2019
      Bestie di scena – diario di avvicinamento
      25 Marzo 2019
      Pubblicato da redazione at 8 Marzo 2019

      Una stanza di ospedale e due donne, mascherate, sono le attrici non protagonisti di questo spettacolo. Ma la vera prima donna è la Poesia.

      Che cos’è un artista, senza la sua arte?

      Una scena di easy to remember

      Il duo Ricci-Forte in scena

      In questo spettacolo di Ricci-Forte, le attrici sul palco, mascherate, parlano al microfono e ricordano, evocano, raccontano. Dai vestiti e dai gesti, oltre dal fatto che una delle due è sulla sedie a rotelle, si può ipotizzare che siano una malata terminale e la sua infermiera. La stanza è completamente bianca, come sono bianchi i camici che indossano le donne, e le loro maschere: una stanza di ospedale, sicuramente, anonima, gelida, pulita. Siamo in un non luogo, in un posto che più che uno spazio fisico rappresenta un momento, quello del passaggio: fra la vita e la morte, fra l’esistenza e il nichilismo, fra l’essere e il non essere. All’inferma e alla sua “traghettatrice” non serve dialogare, per portare a termine questo viaggio. Le parole che servono sono quelle eterne della poesia. Una voce fuori campo legge le poesia di Marina Cvetaeva, morta suicida in seguito all’esilio e alla censura imposta dal regime Staliniano alla sua arte. Una donna in cui si condensa un’importante questione: che cosa rimane di un’artista, se non può esercitare la sua arte? Una donna che racchiude in sé perfettamente il dualismo messo in scena da Ricci-Forte, quello tra vita e morte, nichilismo ed esistenza.

      Che cosa ne pensi, Marina?

      Un ritratto di Marina Cvetaeva

      Questo testo mette in scena, con un allestimento moderno, costumi contemporanei e musiche dei nostri giorni, una questione eterna: il passaggio fra la vita e la morte, fra l’esistere e il non essere. Si tratta di un tema che ha sempre accompagnato, e accompagnerà per sempre, l’esistenza umana. Le parole di Marina, scritte quasi cento anni fa, illustrano perfettamente questo argomento. L’accostamento fra il nuovo (scenografia, musica e costumi) e il vecchio (le parole della Cvetaeva) ripropongono questo dualismo, la contrapposizione fra opposti che già era presente, in questo dialogo fra la vita e la morte. Che cosa ne pensi, Marina? Tu, che scrivevi di amore e di libertà, che rivendicavi la tua indipendenza, il tuo diritto di innamorarti e di vivere, che ti ribellavi all’oppressione e alla dittatura… Tu, Marina, ti saresti immedesimata in questa attrice vestita di bianco, seduta su una carrozzella che, passiva, si lascia docilmente traghettare della sua dolce amica Morte, al regno dell’Aldilà? Non mi sento di rispondere per te, Marina, ma posso ricordare le tue parole:


      “Sappiate che esistono solo omicidi
      Al mondo nessuno si è mai suicidato”


      Chissà, Marina, se anche tu, come l’attrice sul palco, ti sei fatta accompagnare. Oppure se, quando per disperazione ti sei impiccata, sei stata la fiera Caronte di te stessa, da sola hai attraversato quel fiume, mano nella mano con la tua mano, che ti ha uccisa. Sembra che tu non ti sia fatta spingere, dai tuoi assassini, verso il destino a cui loro ti hanno condannato. Hai preferito fare da sola, piuttosto che dare la soddisfazione ai veri colpevoli della tua morte, coloro i quali ti hanno tolto la tua poesia e ti hanno cacciata dalla tua terra, di toglierti anche la vita.

      Share
      redazione
      redazione

      Post correlati

      Edipo Re

      mostra di Edipo Re, Palazzo Ducale Genova

      20 Novembre 2020

      Edipo: Io contagio


      Leggi di più
      2 Ottobre 2020

      Little Girl Blue


      Leggi di più
      29 Settembre 2020

      Si torna in scena con Elena


      Leggi di più
      © 2020 COPYRIGHT - #GAIS. All Rights Reserved | Policy Sito - Privacy Cookies
      P.IVA / Codice fiscale 00278900105

          Su questo sito potrebbero essere presenti cookie di terze parti necessari a gestire alcune funzioni specifiche.

          Cliccando su "Accetta" ne permetterai l'utilizzo. Puoi scoprire di più sui cookie utilizzati LEGGENDO QUI.

          Mind The Clap

          Panoramica privacy

          Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.

          È possibile regolare tutte le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro.

          Cookie strettamente necessari

          I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.

          Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.