Un festival che parla di tutti.
Durante una chiacchierata con i Gais, Andrea Porcheddu, Dramaturg del progetto G8, ha detto che il Teatro è l’ultimo posto dove poterci incontrare di persona.
Ho riflettuto molto su questa frase, sul concetto di unione, sul concetto di presenza e nel contesto in cui è stata detta, durante una riunione al TNG dedicata a questo progetto, penso fosse azzeccatissima.
Il teatro non è forse uno degli ultimi posti dove ci si incontra di persona, nel vero senso del termine Incontro? Così come ci si incontra in piazza per manifestare, per portare alla luce o per fare la storia quando capita.
Il progetto G8, voluto dal Direttore Livermore è una grande presa di posizione per il Teatro Nazionale di Genova: più volte nei suoi discorsi pubblici, Livermore, ha parlato di militanza e cosa c’è di più partecipativo e attivo di portare in teatro la politica, la cultura di un luogo e La storia?
Oggi più che mai è necessario un incontro, dove riflettere sulle cose intorno a noi, di come stanno cambiando subendo delle mutazioni fortissime, ed è stato chiesto proprio questo agli autori chiamati a scrivere per il TNG.
Non troverete sul palco quindi un racconto di fatti, bensì risposte.
Cosa è cambiato in 20 anni? Valori, politica, persone, necessità, possibilità.
Cosa ci fa ridere adesso che non ci faceva ridere prima ? Cosa ci emoziona oggi? Cosa ci rende partecipativi ? Cosa ci forma? Nove Autori uno per ogni paese del G8, più uno per rappresentare l’Unione Europea; nove testi inediti di circa un’ora ciascuno, pochi attori, pochissima scenografia, tutto per portare sul palcoscenico cambi generazionali e ritagli di quotidianità, per fotografare il passaggio di 20 anni da quella giornata impressa nella storia di Genova e non solo. G8 Project è iniziato con Fare Luce, installazione di memoria predisposta sul palco scenico del TNG per raccontare in maniera totalmente obiettiva e storica, senza opinione alcuna, i fatti del G8 accaduti nel 2001. Una preparazione, un prequel che permetta a tutti gli spettatori, anche per chi vent’anni fa non esisteva ancora o era poco più che infante, di sedersi in sala e trarre le proprie conclusioni sul passaggio del tempo e della storia, liberamente, scegliendo di essere oggettivi o soggettivi. Il teatro può essere specchio, scelta o ritrovo e il modo migliore di avvicinare le persone può passare anche per il senso di appartenenza, come in questo caso, ad un pezzo di storia della propria città. Insomma, noi tutti Gais vi aspettiamo in sala, per vedere uno, tre o tutti gli spettacoli, per poterne parlare insieme, confrontarci e incontrarci dal vivo.
Stiamo lavorando affinché ogni spettacolo possa avere una sua speciale narrazione attraverso di noi, per incuriosirvi e sperimentare insieme nove tipologie di spettacolo differenti una dietro l’altra: commedie, testi Cechoviani, drammi.. una scelta vastissima!
Quindi nessuna scusa, ci vediamo a teatro!