Ho visto in un teatro sold out questo spettacolo che si chiama Thanks for Vaselina della compagnia Carrozzeria Orfeo, conoscete? Vorrei scrivere qualcosa a riguardo ma non credo di riuscire perché sapete quando vedete una cosa e vi rimane nella testa e addosso e vorreste dire come vi sentite e perché vi è rimasta cosi appiccicata ma non riuscite ecco io adesso mi sento cosi.
Ma non vorrei aspettare domani per parlarvene perché forse è l’effetto che deve fare questo spettacolo che è una mitragliatrice di parole e di immagini all’inizio sembra quasi che vada tutto bene come quando vi svegliate la mattina e vi sembra una buona giornata ma poi con il passare del tempo vi accorgete arrivati a sera che è stata davvero una giornata di merda.
Thanks for Vaselina vi sbatte in faccia una serie di disavventure e di goffi tentativi di esseri umani che cercano di essere felici ma lo fa senza usare la vasellina e ti senti come quando un tuo amico ti dice che ti vuole dire una cosa che lo fa per il tuo bene ma che spera che tu non ci rimanga male.
“Dedicato a tutti i familiari delle vittime e a tutte le vittime dei familiari”
Come dite? non ci state capendo niente? no ma infatti è cosi non siete voi e non so probabilmente non sono neanche io nel senso che potrei impegnarmi di più e dare senso a questa cosa ma ora non ci riesco sono solo un po’ frastornata continuo a pensare a quella ragazza vestita da principessa che tutti chiamano cicciona e io non posso sentire quella parola perché da bambina i miei compagni mi chiamavano cosi e io ci soffrivo molto.
“Niente, praticamente rappresento delle cose: metto il vestito da principessa perché sono io che devo sentirmi bella, anche se gli altri dicono di no.”
Penso a quei polli e a quella bellissima scenografia con quei Grow Box sullo sfondo che si aprono e si chiudono a quel transessuale che parla con un’ inflessione sudamericana ad una madre che fa ridere ma che in realtà ridere non fa per niente se ci pensi bene a quelle frasi che bam! ti arrivano qui in mezzo al petto senza tanti giri di parole voi potreste chiedermi quali polli, quale transessuale, da che parte del Sudamerica viene e soprattutto cosa cazzo sia un Grow Box insomma sto riflettendo su un sacco di cose e alla fine penso che va bene cosi che è questo che il teatro deve fare infondo o no?
“Cosa farò su quel dirupo? Dio non può cambiare le persone. Nemmeno le persone possono cambiare le persone. Siamo quello che siamo. E qualcuno neanche quello.”
Vi prego di perdonarmi prometto che la prossima volta scriverò qualcosa di più sensato ma questa volta questa sera dopo Thanks for Vaselina voglio solo dire che vorrei sentir parlare voi che vorrei che mi aiutaste a riflettere e capire se siamo tutti fottuti se siamo tutti vittime se pisceremo con il vento contro o se in fondo è solo finzione.
Teatro Nazionale di Genova – sala Teatro Gustavo Modena
Regia: Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
Interpreti: Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Beatrice Schiros, Pier Luigi Pasino, Francesca Turrini
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